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Gli approfondimenti di
www.tuttomaldive.it
in
collaborazione con
Enzo Spina esperto sub
IL BAMBINO E L’IMMERSIONE
SUBACQUEA
Negli
ultimi anni la subacquea ha avuto un incremento notevole, e continua ad
averlo, anche relativamente ai soggetti di ambo i sessi e di qualsiasi età,
sia in apnea che con autorespiratore. Molti anni fa, questa splendida
attività era rivolta soprattutto ai soggetti maschi essendo derivata dalle
esperienze militari. Più recentemente invece l’immersione subacquea si è
caratterizzata soprattutto in senso ricreativo con tecniche di apprendimento
basate sul divertimento e relax, con materiali e attrezzature moderne facili
e efficienti, anche dedicate ai più piccoli, e ciò permette di avvicinare
chiunque anche adolescenti, ragazzi e bambini. Nello stesso tempo però ci si
interroga sul giusto rapporto rischi-benefici in riguardo all’immersione in
età precoce. Sarebbe auspicabile che anche il medico, meglio se
specializzato in medicina iperbarica, si inserisse nel dare le indicazioni a
tutela della salute del giovane subacqueo. Il bambino che si immerge porta
con sé le proprie caratteristiche anatomiche e fisiologiche, e la
maturazione sia psicologica che fisica avviene spesso in tempi diversi
indipendentemente dall’età anagrafica. Sono stati effettuati degli studi,
uno di questi è stato eseguito in Belgio da Vandenhaven et al. Su 234
bambini sub tra i 6 e i 13 anni. Questo studio durato 8 anni , ha escluso
incidenti significativi in 2.216 immersion in mare, venne segnalato solo un
caso di sincope in apnea e problematiche minori con completo recupero
(disfunzioni tubariche, otiti esterne). Pouliquen riferisce che in un
programma di immersioni con ARA per bambini dai 4 ai 12 anni, con istruzione
ed immersioni con supervisione, in 7.000 immersioni non si sono riscontrati
problemi. PADI ha rilasciato 122.298 certificazioni Junior Open Water Diver
tra il 1988 e il 1998, con un solo caso di incidente grave. CMAS ha
registrato quasi 1.000.000 di immersioni nel programma didattico per bambini
senza seri incidenti. Quindi da questi dati si deduce che il rischio di
incidenti gravi in questa attività sia veramente molto basso. I dati del DAN
EUROPE su un totale di 70.501 iscritti, registrano 46 giovani membri di età
inferiore ai 10 anni e 1.053 tra i 10-20 anni. Non ci sono stati incidenti
nel primo gruppo, invece nel secondo un solo caso di emergenza subacquea per
una ragazzo di 16 anni.
Caratteristiche anatomiche-fisiologiche del soggetto in età evolutiva
Come si è detto prima la velocità di sviluppo, crescita e maturità sotto i
18 anni variano considerevolmente per fattori psicologici, intellettuali e
fisici. I tratti più importanti in questa attività sportiva sono la capacità
di giudizio, responsabilità, rispetto delle regole e dei ruoli. Il senso del
pericolo e la conoscenza della morte vengono raggiunti gradualmente intorno
ai 10-12 anni. Tuttavia non è necessario far fare al bambino un’immersione
come per l’adulto, ma solo accompagnarlo in immersione come avviene in altre
discipline sportive, l’escursione in montagna, la vela ecc. inoltre non è
strettamente necessario che il bambino abbia le capacità di comprendere le
basi tecnico-scientifiche approfondite dell’immersione come non deve
conoscere la fisiologia dell’alta montagna o come leggere una mappa
topografica quando segue i genitori in queste attività. L’immersione
subacquea inoltre è considerata uno sport, o meglio una disciplina
fortemente formativa, sviluppa il senso di responsabilità e favorisce lo
sviluppo psicomotorio. Avvicinare il bambino al mare, all’acqua, aiuta a
superare i naturali timori, e diventa importante nella maturazione tra il
bambino e l’ambiente circostante, nonché concorre allo sviluppo della
personalità maggiormente efficace se svolta in un ambiente naturale, ricco
di piacevoli stimoli fisici ed umani. Non vanno però assolutamente
sottovalutate le motivazioni del bambino, sarebbe auspicabile che fosse una
scelta autonoma dello stesso, e andrebbero evitate sollecitazioni eccessive
dei genitori in tal senso, in questo caso infatti il piccolo candidato sub
potrebbe non manifestare la concentrazione e la calma necessarie. I
programmi d’immersione per bambini devono essere adattati all’età, devono
essere divertenti, ed evitare stress non dovuto. Questo si può evitare
facilmente se l’immersone avviene in luogo protetto e facile, con magari una
cima di discesa, o vicino al reef come riferimento visivo. Per quanto
riguarda il rischio di PDD (patologie da decompressione) nelle cartilagini
di accrescimento delle ossa lunghe, il danno è da considerarsi molto basso
per l’ottima vascolarizzazione, infatti la cartilagine ha probabilmente un
periodo di washout di azoto più breve rispetto all’adulto. Comunque
limitando profondità e durata dell’immersione si riducono ancor di più i
rischi teorici di PDD. I rischi articolari in età pediatrica sono relativi
al sollevamento di pesi, bombola, zavorra ecc. che andrebbero ridotti al
minimo, anche se ormai sul mercato si possono trovare attrezzature dedicate
e poco pesanti, (bombolini da 5-7 litri). Il bambino genera più calore
metabolico e brucia più energie rispetto all’adulto, in più presenta un
maggior flusso ematico periferico, quindi per questo motivo necessita di una
buona protezione termica, rispetto all’adulto, per evitare l’ipotermia. Sul
mercato si trovano mute adatte anche ai bambini, l’unico inconveniente sarà
economico, infatti le “mutine” andranno cambiate spesso per il normale
accrescimento. I problemi più rilevanti sono legati alla particolare
conformazione della tuba di Eustachio più piccola, che diversamente
dall’adulto, nel bambino si chiude con la deglutizione. Particolare
attenzione dovrà essere posta perché il bimbo capisca la manovra della
compensazione.
A che età si può iniziare l’attività subacquea?
Una prima differenziazione riguarda il tipo di immersione se in apnea o con
ARA (auto respiratore artificiale), l’uso di miscele particolari non viene
ovviamente promosso per i bambini. Negli Stati Uniti la Undersea and
Hyperbaric Medical Society (UHMS) ha considerato ragionevole iniziare l’uso
dell’ARA a 12 anni. Secondo lo standard australiano, la South Pacific
Underwater Medicine Society (SPUMS) consiglia l’età di 14 anni. Queste
raccomandazioni più che per ragioni fisiologiche si basano sull’idea che il
bambino non abbia la maturità emotiva per operare in sicurezza in caso di
emergenza. Diversamente nel 1999 il Recreational Scuba Training Council (RSTC),
che raggruppa le maggiori agenzie didattiche USA, basandosi su esperienze
europee, in particolari francesi, ha deciso di abbassare l’età minima (prima
di 15 anni), per le certificazioni junior, e quindi da allora molte agenzie
didattiche hanno adattato il limite di età. La CMAS ad esempio prevede un
range di età tra gli 8 e 14 anni, con dei requisiti minimi, la capacità di
nuoto per almeno 25 mt., un certificato di idoneità rilasciato da un medico
con controllo del timpano. La PADI prevede molti livelli di insegnamento per
i bambini, il primo parte dai 5 anni, programma chiamato SASY (Supplied Air
Snorkeling for Youth), praticamente il bambino respira da una sorgente
d’aria solo in superficie senza immersione. Segue dai 6 anni il programma
Bubble Maker,immersione con istruttore qualificato alla massima profondità
di 2 metri, (normalmente ampiezza di braccio dell’istruttore). Il corso vero
e proprio viene proposto dai 10 anni in poi Padi junior scuba diver oppure
Padi junior open water diver, il cui limite di profondità massima è ridotta
ai 12 metri.
Il controllo sanitario preventivo
Nel monitoraggio dello studio svoltosi in Belgio e prima menzionato, si
prevedeva una valutazione medica iniziale, includendo test di funzionalità
respiratoria, ECG a riposo e dopo sforzo. Infatti è molto importante
rilevare l’importanza dell’apparato respiratorio per un’immersione sicura,
unico apparato direttamente connesso con l’ambiente iperbarico esterno.
Particolare cura ed attenzione dovrà essere posta per i soggetti asmatici,
infatti questa patologia è una delle preclusioni assolute per l’attività
subacquea. La CMAS prevede nei suoi standard un certificato di idoneità
rilasciato da un medico con esperienza nel campo dell’immersione dei bambini
che includa un controllo del timpano. Negli USA il RSTC richiede a tutti i
partecipanti di completare un questionario, e se si risponde in maniera
affermativa ad una qualsiasi domanda, ci si deve sottoporre ad un consulto
medico.
Conclusioni
Da tutte queste considerazioni tratte da Alert Diver del DAN del Dr. Marroni
con articoli del Dr. Schiavon, si evince che se l’attività subacquea per
bambini viene svolta con prudenza entro determinati limiti di età,
profondità, e tempo, le immersioni sono da considerarsi ragionevolmente
sicure. Particolare attenzione dovrà essere posta al divertimento
nell’attività, consentendo un approccio formativo e costruttivo. Le
motivazioni devono possibilmente svilupparsi nel giovane e non dovrebbero
essere imposte dai genitori. L’avvicinamento al mare, all’ambiente, al
seguire delle regole, ed una sana disciplina e responsabilità sono
considerate altamente formative nel piccolo sub. Non avere fretta, se anche
le didattiche consentono di poter effettuare immersioni a partire da una
certa età, rispettare i tempi del bambino, insistere sul divertimento e
sulla confidenza con l’uso delle attrezzatura. Non è per forza necessario
immergersi a 12 metri, i bambini possono trarre molte soddisfazioni anche
semplicemente partecipando ai programmi tipo Bubble Maker, che consente
“vere” immersioni assolutamente sicure, entro i due metri. Queste immersioni
se effettuate alle Maldive in acque limpide e calde consentono di vedere
molti pesci e trarre grandissime soddisfazioni. I bimbi più grandi 10-12
anni se fortemente sentono attrazione per questa attività, possono
tranquillamente svolgere immersioni o partecipare al corso subacqueo vero e
proprio, sempre sotto la supervisione di un professionista. Sapendo che nel
vostro prossimo viaggio probabilmente il bambino chiederà di partecipare al
corso subacqueo, conviene comunque eseguire una visita medica specifica, con
ECG sotto sforzo, ed un controllo ai timpani, presso un istituto di medicina
dello sport o di specialità iperbarica. In tutti i corsi subacquei che ho
personalmente condotto in cui c’erano dei bambini ho sempre avuto moltissime
soddisfazioni. I bambini sono svegli, seguono con attenzione, e si affidano
completamente, in genere eseguendo i vari esercizi richiesti al primo colpo
e senza le paure da condizionamento che solitamente i grandi si trascinano
magari anche per anni. Sono come sempre a disposizione per eventuali domande
o chiarimenti relativamente a questo argomento anche sul forum di
tuttomaldive.
Per
discutere di questo argomento e per avere ulteriori informazioni
partecipa al forum del sito TuttoMaldive.it, nella sezione subacquea,
troverai i consigli degli esperti e di chi conosce bene le Maldive:
http://maldive.mondoweb.net/forum/forum18.html
Enzo
Spina
Guida subacquea in safari boat da 8 anni
Istruttore diving con all’attivo oltre 4000 immersioni
ISTR. DAN, PADI,
NAUI, PSS, HSA, UISP
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