FOTOGRAFIA ALLE MALDIVE

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L'INQUADRATURA
Per ottenere buoni risultati, non possiamo limitarci a considerare la luce: questo è certamente il fattore piú importante, ma l’inquadratura costituisce certamente il secondo punto essenziale. Una buona inquadratura può trasformare una foto con luce insignificante in un capolavoro, cosí come non tener conto di alcune regole rovinerà qualunque risultato anche nelle migliori condizioni di contrasto e colori. Per aver la conferma di questa verità, basterebbe pensare ai quadri dei piú grandi pittori: si potrebbe pensare a una Monna Lisa “male inquadrata”? Basterebbe osservare attentamente le opere del passato per carpire i segreti di una valida inquadratura...

Alcune regole essenziali: riempire il quadro, non tagliare parti essenziali del soggetto, mettere a fuoco l’oggetto giusto e aggiungere un primo piano.


Riempire il quadro
L’errore comune che i piú smaliziati osservano compiere dal “turista fotografo”, è l’incompletezza del quadro. Se Leonardo avesse dipinto la Gioconda in un angolino della tela e avesse riempito il resto con i vari dettagli dello sfondo, pensate che l’opera si troverebbe nel luogo piú protetto del Louvre?!? Sottolineiamo quindi che il quadro dev’essere “pieno di soggetto”: è opportuno lasciare un piccolo margine fra questo e il bordo dell’immagine, ma niente piú. Cosí, nella fotografia seguente, la testa di Gabriela (la Salomée del forum) si trova quasi sul bordo e si nota solo un piccolo spazio di cielo.



Si nota che il soggetto è molto vicino: evitare quindi di fotografare soggetti che non riempiono il quadro perché risulteranno inevitabilmente poco visibili; inoltre la foto apparirà “vuota” (uno degli errori d’inquadratura piú diffusi):



Se si osserva ancora la figura nella prima foto di questo capitolo, essa riempie il terzo sinistro del quadro: evitare quindi d’inquadrare il soggetto nel centro, a meno che non riempia tutto il quadro (per esempio, un ritratto verticale) perché lo spazio libero sia a destra che a sinistra crea una sensazione di vuoto e incompletezza; il primo esempio qui sotto lo testimonia chiaramente, mentre l’esempio in basso manifesta ancor piú incompletezza perché, oltre a essere centrato orizzontalmente, il soggetto non riempie la foto neanche verticalmente, lasciando un fastidiosissimo spazio vuoto al disopra della testa (altro errore fra i piú diffusi):





Per ultimo, sempre osservando la prima foto, il corpo si trova sul lato del quadro opposto alla direzione dello sguardo: la schiena dev’essere “addossata” a un lato della foto; lo sguardo rivolto verso il vuoto aiuta a “riempire lo spazio” perché istintivamente l’osservatore sarà portato a immaginare che vi sia qualcosa in quella direzione.


Non tagliare parti essenziali del soggetto
In un’inquadratura corretta, nessuna parte del soggetto deve risultare “appena tagliata”: se è necessario “tagliare” un corpo o un oggetto, è molto meglio farlo perpendicolarmente alla metà di un “componente” importante (come metà di un campanile, di un busto, di un braccio o di una gamba); tagli effettuati su parti minori (la croce di un campanile, le mani, i piedi, la parte superiore della testa, ecc.) appaiono inevitabilmente come errori d’inquadratura:





Una regola di base per non tagliare è la seguente: un attimo prima di scattare qualsiasi foto, osservare in senso orario o antiorario tutt’e quattro i lati del quadro procedendo in sequenza (per esempio, in alto, a destra, in basso e a sinistra); se nulla risulta tagliato in modo fastidioso, premere il pulsante di scatto.


Mettere a fuoco l’oggetto giusto
Molte macchine fotografiche moderne permettono di mettere a fuoco un oggetto particolare, ponendolo nel centro del mirino ed esercitando una prima pressione sul pulsante di scatto. Ciò permette di non scattare la foto necessariamente col soggetto che ci interessa nel centro; per una corretta messa a fuoco, quindi, è necessario:

- inquadrare nel centro del mirino l’oggetto da mettere a fuoco;

- premere leggermente il pulsante di scatto: probabilmente apparirà una lucina verde che inizialmente lampeggia e poi rimane fissa, e magari si sentirà pure un bip (dipende dalla macchina fotografica); a questo punto, la macchina fotografica ha messo a fuoco l’oggetto: mantenere premuto il tasto per non perdere l’impostazione acquisita!

- sempre mantenendo il tasto premuto, inquadrare il soggetto come si desidera (e cioè, per i ritratti, non in centro e con pochissimo cielo sulla testa);

- scattare la foto.

Questo dovrebbe essere il risultato corretto:



Se invece avete sbagliato qualcosa, per esempio non vi siete preoccupati di centrare il soggetto per mettere a fuoco prima di scattare, probabilmente vi ritroverete con una foto come questa:



Un aspetto importante riguarda principalmente i ritratti di persone ed animali: spesso capita di percepire una fastidiosa sensazione di sfocatura nel viso di una persona, ma non se ne individua esattamente il motivo. Probabilmente gli occhi non sono perfettamente a fuoco! E’ essenziale mettere a fuoco gli occhi del soggetto perché quando osserveremo la foto, saremo portati istintivamente a guardare gli occhi della persona inquadrata (a meno che la signora in questione non sfoggi articoli piú... interessanti da osservare!) e quindi noteremo subito ogni imperfezione.

Quest’ultima considerazione vale in generale: prima di scattare una foto è importante chiedersi qual è il primo oggetto su cui cade lo sguardo dell’osservatore; su questo si dovrà mettere a fuoco (a parte le interessanti eccezioni formulate poc’anzi!).


Aggiungere un primo piano
Il terzo fra gli errori d’inquadratura piú diffusi riguarda l’assenza di un primo piano. Per primo piano s’intende un oggetto, spesso molto vicino al fotografo, posto “a cornice” dell’inquadratura; i primi piani in genere si applicano a paesaggi o monumenti, ma non disdegnano i ritratti e, in genere, quando ci si ritrova con uno spazio vuoto da riempire ai lati della foto. Il primo piano ha due scopi essenziali:

- aiuta l’osservatore a concentrare l’attenzione sul soggetto e quindi lo fa risaltare maggiormente;

- specie se il primo piano è vicino, crea un effetto di “profondità”, cioè la foto non appare piatta come un quadro, bensí manifesta caratteristiche quasi “tridimensionali”.

Osservare la differenza fra le due foto sotto: quella a sinistra manca di primo piano ed appare piatta e poco interessante; quella a destra è molto piú “completa”.

   

Quando il primo piano è estremamente piú vicino al fotografo di quanto non lo sia il soggetto (per esempio 30 cm contro 30 metri), esso può essere a fuoco o no; in questo secondo caso, è meglio che il primo piano sia molto sfuocato perché, ancora una volta, una piccola imprecisione appare inevitabilmente come un errore. Nel capitolo “La profondità di campo” s’illustreranno i trucchi per ottenere un primo piano perfettamente a fuoco come il panorama, oppure completamente sfuocato.

Non sempre il primo piano è necessario: se s’inquadra un viso molto da vicino, ovviamente sarà arduo individuare un primo piano adeguato; tuttavia, se è possibile aggiungerlo, fatelo perché esso non può che arricchire una foto. Mai scattare foto di panorami o monumenti senza primo piano: se proprio non esiste un albero o un oggetto adeguato (no cartelli stradali come primo piano per un palazzo reale, per favore: meglio un bel lampione o il muro di un edificio piuttosto!), inginocchiatevi e scattate piú vicino al suolo possibile, in modo che il suolo stesso crei l’effetto di prospettiva.

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