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Pubblichiamo
il testo della lamentela di Elisabetta&Marco nei confronti di Godiva
viaggi per l'overbooking subito in occasione del viaggio prenotato al Kuramathi Village, che li ha
portati prima al Full Moon e poi ad Halaveli nel gennaio 2004.
Le
Maldive? Belle, sì. Un paradiso, certo. Ma state bene ATTENTI a chi vi
affidate per andarci. Altrimenti un viaggio da sogno rischia di
diventare un incubo. Proprio com'è accaduto a noi. Siamo partiti da Milano-Malpensa
sabato 31 gennaio 2004, alle 17.30. Destinazione: il Kuramathi Village,
sull'omonima isola nell'atollo di Rashdoo (Ari Nord). Avevamo prenotato
attraverso la Godiva Viaggi, un tour operator che noi, pur avendo
visitato parecchi Paesi, non avevamo mai incrociato, ma che una nostra
amica ex agente di viaggi e la nostra agenzia ci avevano descritto come
specializzata nelle Maldive (sic!).
Siamo atterrati a Male puntuali, di primo mattino. Sbarcati e ritirati i
bagagli, abbiamo atteso, come gli altri passeggeri, di essere smistati?
nelle rispettive isole. Un'ora e mezza dopo erano partiti tutti, chi in
idrovolante, chi in barca veloce. Tutti tranne noi due e altri 14
sconcertati turisti. Ovvero, l'intero gruppo che doveva raggiungere Kuramathi. E che, durante la lunga attesa, aveva visto arrivare e poi,
inspiegabilmente, sparire un motoscafo su cui campeggiava proprio il
nome dell'agognata mèta. Il mistero incomincia a chiarirsi, si fa per
dire, quando compare una giovane che ci riferisce di chiamarsi Elena e
di essere portavoce dell' Universal, società partner della Godiva che
gestisce il Kuramathi Village e altre strutture turistiche alle Maldive.
Elena ci racconta che, a causa di un "problema alle fognature"
verificatosi la notte precedente, alcune camere del Kuramathi Village
non erano agibili e che, pertanto, saremmo stati trasferiti in un'altra
struttura. Senza ricevere altre spiegazioni, stanchi per il viaggio e
colti di sorpresa per l'imprevisto, Elena ci ha salutati, dopo averci
invitati a salire su una barca che, dopo 10 minuti di navigazione, ci ha
lasciati all'isola di Full Moon.
Appena arrivati, ci siamo resi conto che la sistemazione offerta non era
neppure lontanamente paragonabile a quella da noi prescelta, dopo
accurate ricerche. L'isola, nell'atollo di Malè Nord, era talmente
vicina all'aeroporto che, di continuo, veniva sorvolata da aerei in
arrivo ed in partenza (il resort era - significativamente - frequentato,
per la gran parte, da personale di volo); il panorama che si presentava
dalla spiaggia era la città di Malè, con i suoi palazzi, da un lato, ed
un isolotto con costruzioni diroccate ed uno scafo arrugginito,
dall'altro (tutto fotograficamente documentato); niente di quanto
immaginato alle Maldive! La laguna era completamente circondata da una
serie ininterrotta di sbarramenti in cemento, tanto che sembrava una
vera e propria piscina; a fianco vi era un cantiere in piena attività.
I bungalow, altro non erano che cubi di cemento, a due piani, di quattro
stanze ciascuno; molti, peraltro, visibilmente carenti di manutenzione.
Siamo stati ricevuti alla reception, dove subito abbiamo capito che il
"problema della fognature" altro non era che un pretesto, adottato per
celare un overbooking. Che a Kuramathi erano state prese prenotazioni in
quantità superiore ai posti disponibili è stato poi appurato anche dalla
nostra agenzia di Piacenza. Constatata la situazione, abbiamo
immediatamente telefonato, con il nostro portatile, e a nostre spese,
all'"assistente" Elena (di cui, fortunatamente, avevamo un recapito
telefonico) dicendo chiaramente che non accettavamo quella sistemazione,
e che pretendevamo di essere trasferiti a Kuramathi.
Dopo aver perso l'intera giornata tra telefonate varie ad Elena (in
Italia, essendo domenica, le agenzie erano chiuse) solo alle 13 del
giorno successivo, Elena stessa (che, ci ha tenuto a precisare, non era
la nostra assistente Godiva, ma della Universal, e quindi si riteneva
esonerata da ogni responsabilità) è arrivata al nostro resort. La
conclusione è stata che, dopo aver trascorso l'intera giornata (senza
neppure pranzare) a contattare telefonicamente la nostra agenzia di
Piacenza, pregandola di trovare velocemente una soluzione, e a seguire
le telefonate di Elena, che di volta in volta annunciava che su un'isola
vi erano stanze libere, che subito dopo non erano più disponibili (!),
alle 18 ore locali, si è prospettata questa soluzione: tre camere
all'isola di Halaveli (atollo Ari) e alcune cabine a bordo della nave "Island
Explorer", stabilmente ancorata al centro dell'atollo di Ari.
Essendo in 16, e non avendo trovato tra noi un accordo, è stato
necessario procedere ? ad estrazione!! Con i conseguenti malumori e
disagi, per una sistemazione che, comunque, non corrispondeva affatto a
quella prescelta (e ben pagata). Noi due, con altre quattro persone,
siamo così stati dirottati all'isola di Halaveli, dove siamo giunti dopo
le 22, naturalmente senza cena! Solo dal 3 febbraio abbiamo avuto una
sistemazione accettabile. Naturalmente, né Elena né altri della Godiva
si sono preoccupati, durante il resto del nostro soggiorno, di
contattarci e di chiederci se eravamo soddisfatti! Peraltro, essendo la
nuova destinazione di un diverso tour operator, anche le condizioni ed i
servizi offerti erano diversi. Per esempio, abbiamo dovuto sostenere i
costi del noleggio dell'attrezzatura per lo snorkeling, che il nostro
pacchetto prevedeva gratuiti.
Abbiamo dovuto poi rinunciare a frequentare il corso Padi, che avevamo
da tempo programmato, cogliendo l'occasione del viaggio, perché come
riferito dall'istruttore - i giorni a disposizione non erano più
sufficienti. Insomma, le Maldive meritano di essere viste, ma meritano
anche la serietà di chi dovrebbe mostrarle al mondo.
Marco ed Elisabetta
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