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L'atterraggio
La terra è vicinissima: fino ad ora era andato tutto bene e adesso si sentono spostamenti improvvisi a destra e a sinistra, in alto e in basso, e oltretutto l’aereo oscilla vistosamente: il comandante è svenuto!
Il comandante (piú comunemente il primo ufficiale, cioè il secondo pilota) ha disinserito il pilota automatico e sta allineandosi manualmente alla pista: basta un minimo di turbolenza o di vento laterale perché il pilota senta la necessità di correggere quanto basta per raggiungere la perfezione tecnica (credetemi, i piloti sono delle pittime allucinanti ed esaltatissime!) Fra l’altro, in prossimità del suolo (30-100 metri), si producono raffiche di vento che spostano l’aereo bruscamente: queste in genere diminuiscono e tendono ad annullarsi proprio quando l’aereo deve toccare terra (effetto suolo). Nel caso comune di vento laterale, il pilota deve continuare a correggere con rollii (rotazioni sull’asse longitudinale: l’aereo oscilla) e imbardate (rotazioni sull’asse verticale: la coda si sposta a destra e sinistra) intermittenti, proprio fino al livello del suolo: lo fanno tutti i giorni, piú volte al giorno, in ogni condizione meteorologica e magari da piú di trent’anni!
L’aereo tocca terra con un colpo secco, tutto vibra vistosamente e si ha la netta sensazione di sbandare: ecco, ha mancato la pista e stiamo per ribaltarci!
L’atterraggio è avvenuto in condizioni di vento laterale (piuttosto comune): fino a quando l’aereo è in aria, il comandante corregge la tendenza a spostarsi lateralmente con rollii e imbardate intermittenti; all’ultimo momento però, in corrispondenza del punto in cui deve toccar terra, è costretto a mantenere l’ala leggermente inclinata dal lato da cui il vento proviene e non può piú imbardare: ciò fa sí che l’aereo tocchi pista con un carrello solo e quindi si percepisca uno spostamento laterale. E’ assolutamente normale: un po’ come quando scendiamo da una scala mobile e percepiamo una frenata brusca. Il colpo secco è dovuto al fatto che l’ultimo tratto della manovra va svolta rapidamente per evitare di cambiare troppo direzione (un rollio senza una contemporanea imbardata fa virare l’aereo).
Subito dopo l’atterraggio i motori salgono molto di giri, qualcosa si apre sulla loro parete esterna e si percepisce un forte frastuono; contemporaneamente si spalanca la superficie alta dell’ala lasciando vistosamente intravedere cavi, fili, tubi e impianti vari: e pensare che era andato tutto cosí bene fino a questo momento…
Il comandante sta “invertendo la spinta” e utilizzando gli spoiler alla massima estensione per rallentare l’aereo fino a una velocità tale per cui potrà usare i normali, bruschi e rumorosissimi freni delle ruote. Le pareti laterali del motore si aprono e contemporaneamente all’interno il flusso viene bloccato; risultato: l’aria esce lateralmente e viene proiettata in avanti, contribuendo a frenare l’aereo. Dopo un po’, tutto l’equipaggiamento viene richiuso.
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