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Tratto da
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del 13 Agosto 2002
Studiata da più di 200
scienziati, viaggia velocemente sul continente: è formata
da cenere e particelle tossiche, ha già cambiato il clima Nube gialla
sull'Asia "Il mondo è
minacciato" Allarme Onu:
l'inquinamento uccide migliaia di persone di
VITTORIO ZUCCONI
LA NUVOLA che s'è mangiata il
cielo, parte da dove partono ormai tutti gli incubi del nostro
Occidente con la coda di paglia e con le mani sporche:
dall'Asia. Si alza e si estende dalle terre dove i pastori
erranti della nostra immaginazione romantica sono stati
trasformati dalla globalizzazione (io consumo, tu sporchi)
nelle formiche blu delle industrie più luride e si chiama -
come potrebbe chiamarsi diversamente? - la "grande nuvola
gialla". Copre estensioni immense, dal Pakistan alla Cina,
dallo Sri Lanka all'Indonesia, includendo l'ormai obbligatorio
Afghanistan.
È composta di gas aereosol, particelle
industriali finissime, ceneri, fuliggini, sterco di mucca
spray in una coperta mefitica alta tre chilometri che ha già
ucciso "centinaia di migliaia di persone" e viaggia per venire
a casa nostra, per vendicarsi di noi che abbiamo scaricato
sull'Asia la spazzatura industriale che non vogliamo più,
promettendoci stragi che neppure il più diligente "terrorista
arabo" oserebbe sognare.
Sarebbe bello, in queste
uggiose e buie notti di San Lorenzo senza stelle, sospettare
che questa "nuvola gialla" sia soltanto un altro fumus
aestatis, un altro prodotto gassoso del vuoto estivo che
scatena Ufo, mostri umani e animali, delitti, zanzare
assassine, calamari giganti e farfuglianti "allarmi
terroristici" costruiti da impotenti servizi di sicurezza per
distrarre i cittadini elettori. Scrollare le spalle
immaginando che sia lo scatto di nervi di villeggianti
persuasi che il temporale sulla spiaggia, raggiunta bruciando
nel falò delle code autostradali tonnellate di combustibile
fossile, sia la vendetta climatica della natura furiosa con le
loro ferie. Ma il pestifero nuvolone c'è davvero, scoperto,
misurato e annunciato dai 200 climatologi e fisici ingaggiati
dall'Onu, seguito dai ricercatori indiani che per primi
l'hanno respirato e lo illustreranno al raduno ecologico
mondiale di Johannesburg, il 26 agosto. I primi lembi
dell'ombrellone giallo hanno raggiunto addirittura - tremino i
viaggiatori in attesa sul calvario dei charter - i "paradisi
incontaminati" come le isole Maldive.
Probabilmente
non era difficilissimo prevedere che il continuo e ormai
alluvionale trasferimento di "industrie sporche" in nazioni
dove le norme ecologiche sono ridicole, i salari sono
elemosine, i governi e le dittature di sviluppo asiatiche,
come quelle realsocialiste d'un tempo, sono pronti a qualunque
complicità pur di produrre e di attirare gli agognati
"investimenti stranieri", avrebbero trasferito la coperta
sudicia dall'atmosfera delle nostre periferie
de-industrializzate alla grande periferia asiatica e avrebbero
prodotto questo "effetto serra plus", questa nube bassa,
tenace e sordida, in un'atmosfera già strappata dal buco
dell'ozono e oggi peggio rattoppata dal copertone tossico. La
novità è che lo sviluppo sporco in quelle nazioni si è sposato
con l'inquinamento da sottosviluppo, moltiplicato dall'aumento
della popolazione in parallelo con l'industrializzazione. Le
porcherie microscopiche vomitate dalle fabbriche e
fabbrichette si sono alleate con i fumi sprigionati
dall'economia tradizionale, dal kerosene adoperato per
cucinare all'aperto, dai camini, forni e comignoli alimentati
da mattonelle di sterco bovino. Una notizia che avrebbe
confortato Ronald Reagan che si improvvisò ecologista e
attribuì l'effetto serra e l'inquinamento non agli amici e
finanziatori industriali, ma allo screanzato spetezzare delle
mucche.
Ora, i 200 scienziati che hanno individuato e
misurato il nuovo pericolo giallo, la nuova "Orda d'oro" che
minaccia la nostra civilizzazione, si dicono "sorpresi"
dall'estensione, dalla profondità e dalla mobilità di questa
nuova, enorme nube che non ha il buon gusto di restare ferma a
impestare l'Asia, ma si muove pattinando sulle correnti d'alta
quota e i venti verso di noi. "Sospettavamo la sua esistenza -
spiega A. P. Mitra, il capo del laboratorio nazionale indiano
di fisica atmosferica - ma non le sue dimensioni e la sua
mobilità", anche se l'osservazione empirica del viaggiatore in
megalopoli asiatiche, da Bangkok a Seul, da Bombay a Pechino
perennemente avvolte, come Città del Messico, in foschie
dorate e sinistre, qualcosa avrebbe dovuto far intuire.
L'acidità della pioggia, devastatrice di raccolti e foreste, è
cresciuta del 40% in cinque anni, nell'ultimo quinquennio che
lo studio abbraccia. Le vitali piogge monsoniche sono
aumentate di intensità, ma diradate di numero, creando il
ciclo disastroso della "inondazione-siccità". I morti sono
"centinaia di migliaia", secondo le proporzioni bibliche della
demografia asiatica. Il raccolto di riso indiano e cinese
potrebbe essere ridotto del 10 per cento quest'anno,
percentuale terrificante in nazioni dove ogni chicco
conta. E se i fumi del sottosviluppo contribuiscono alla
nube giallastra, l'analisi dei campioni alla fine deluderebbe
Reagan e accresce la vergogna di Bush, affondatore unilterale
del Trattato di Kyoto sulle emissioni nocive: non ci sono
dubbi sul fatto che alla fine la colpa non sia delle mucche
non catalizzate. L'80 per cento della nuvola gialla è di
origine "umana e industriale".
Naturalmente, i
sostenitori dell'industrializzazione über alles, i muezzin
della globalizzazione costi per quel che costi (agli altri)
risponderanno che l'inquinamento e la nuvola gialla sono il
prezzo da pagare per strappare i pastori erranti alla
contemplazione delle vaghe stelle, che la sudicia officina
d'Oriente serve sfamare quelli che non uccide e a calmierare i
prezzi dei nostri consumi, sfornando oggetti, abiti,
elettronica, giocattoli e ciarpame assortito made in China, in
Pakistan, in Malaysia o in Bangladesh. Insomma, chissenefrega
se il cielo cade, insieme con qualche bomba, sull'Afghanistan.
Il mio shopping val bene qualche morto in più per inquinamento
a Calcutta. Sempre che l'ombrellone giallo non si muova e non
torni, come un boomerang, sulle nostre teste e sulle vacanze.
A coprire magari quelle notti di San Lorenzo, nelle quali non
si vede più cadere polvere di stelle, ma sterco di vacca
indiana profumato al kerosene.
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