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Novembre-Dicembre
2003
by Claudia&Dario di www.tuttomaldive.it
La prima
settimana della nostra vacanza alle Maldive l'abbiamo trascorsa su una
nave da crociera in giro per gli atolli e per questo motivo ci sembra
appropriato raccontarla come un diario di bordo. In questo modo forse non
andrà perso nemmeno un ricordo. Le esperienze vissute in quei giorni sono state talmente tante che una settimana sulla Maavahi ci è sembrata un mese.
La Maavahi
boat è una lussuosa imbarcazione in legno di costruzione maldiviana.
Primo giorno:
17 novembre 2003. L'appuntamento era per le 17.00 al Terminal 2 di Malpensa,
nell'area gruppi, per ritirare i biglietti aerei. Noi come al solito siamo arrivati con un po' di anticipo perché la strada da percorrere a volte gioca qualche scherzo e troviamo sempre pratico e conveniente
(15 giorni: 50 euro circa) lasciare l'auto al posteggio
del Terminal 2 che si trova proprio di fronte all'ingresso delle Partenze Internazionali.
Durante l'attesa conosciamo il gruppo con cui trascorreremo la nostra vacanza sulla Maavahi: Lele, Lilly, Stefano, Anna, Nicola, Paolo, Nelson, Gianpiero, Mary, Gianni. Più noi quattro faceva quattordici e su una barca che poteva ospitare diciotto persone saremmo stati proprio come dei pascià.
Il Boeing 767 - 300ER della Blu Panorama con cui abbiamo volato (www.blue-panorama.com)
è stata una piacevole scoperta. Il tempo trascorre davvero bene perché l'aeromobile
ha comode e confortevoli poltrone di pelle ben distanziate (vedi
foto), senza televisorini, ma con un personale di bordo gentile e disponibile. Soprattutto chi viaggia con bambini queste cose le nota.
Arrivati all'aeroporto di Hulule troviamo ad attenderci Marta, capo barca, che con il primo dei sorrisi che ci ha regalato per tutta la vacanza ci ha accompagnati al
dhoni d'appoggio che ci avrebbe portati con un tragitto di circa dieci minuti alla tanto sognata nave da crociera o, come la chiamano lì alle Maldive, Safari Boat Maavahi. Era
davvero bella! E sarebbe stata tutta nostra per una settimana. Un bel WOW ci stava proprio bene.
Per prima cosa Marta ci ha illustrato i due possibili itinerari: Atollo di Ari oppure Male Sud fino a Felidhoo e ritorno. In quei giorni le condizioni di mare e di correnti necessarie per le immersioni sono simili per entrambe, ma ci spiega che nel secondo tragitto è più facile incontrare durante la navigazione banchi di sabbia e isole deserte e dato che nel gruppo non ci sono solo sub decidiamo proprio per questo.
Una volta tutti a bordo la Maavahi comincia la navigazione e subito ci accompagnano alle nostre cabine che siamo proprio curiosi di vedere.
Le camere: si rivelano più belle e grandi di quanto ci aspettassimo da una barca, le nostre avevano un
letto matrimoniale
più uno singolo sopraelevato, ma sfalsato e non tipo letto a castello.
Tutti troviamo un colorato pareo sul letto, donne, bambine e... uomini. C'era un piccolo armadio, vari cassetti, una specchiera e il bagno,
piccolo ma funzionale, con doccia calda desalinizzata (non è una comodità presente in tutte le navi) sanitari e un piano
d'appoggio (vedi
foto). L'aria condizionata era centralizzata, un po' forte come primo impatto, ma ci siamo resi conto già la prima notte che se si vuole dormire alle Maldive in pieno Oceano è proprio necessaria. Dagli oblò di entrambe gli ambienti si vedeva il mare e in più sul soffitto un terzo oblò
passo d'uomo permetteva di far circolare bene l'aria. Un consiglio: alle Maldive non è necessario portare tanti indumenti e su una barca ne servono ancora meno. Si
gira sempre scalzi e servono sandali o infradito solo durante le
escursioni, se lo si desidera.
Sistemiamo velocemente i bagagli e poi giriamo la nave.
La sala da pranzo o dinette: era rettangolare e molto ampia con una bella tavolata al centro e vetrate ai lati da cui, durante la navigazione, si vedeva cambiare il paesaggio sotto i nostri occhi, una vera meraviglia. Sui due lati lunghi comodi divani, mentre
su uno dei lati corti il bar, la scala per scendere alle cabine, la lavagna per i briefing delle immersioni e la porta per uscire a poppa della barca. Sul lato opposto, al centro c'erano la Tv con videoregistratore, Dvd e Stereo e lateralmente due porte per uscire a prua.
A prua (per intenderci la parte anteriore della barca): c'era un primo ponte in parte coperto, con sdraio e tavolini e un casco di bananine appeso al centro a nostra
disposizione (vedi
foto). Come erano buone! Una parte era scoperta e da una scala si arrivava al
secondo ponte dove c'era la cabina del comandante Muffid. Passando ai due lati si arrivava al solarium dotato di lettini e materassini e ci sono stati forniti i teli mare durante tutto il soggiorno. Da qui la vista era davvero spettacolare e c'era persino un'amaca, molto apprezzata dalle nostre bambine, per godersela all'ennesima potenza. Un'ultima scaletta portava al
ponte
superiore, scoperto anche questo, con una visione a 360° delle Maldive che, rubando l'espressione tipica di Lele dopo un'immersione speciale, possiamo definire "atomica".
Finito il giro ricognitivo Marta ci ha chiamati tutti per il primo briefing della vacanza e ci ha illustrato alcuni dettagli sulla Maavahi.
L'equipaggio: ad occuparsi di noi durante tutta la navigazione 8 maldiviani. Il capitano Muffid, il cuoco Alibè, l'aiuto cuoco Sarath (chiamato
Malik - amico), Haumed (chiamato Kuda be - piccolo uomo), Rias (chiamato Meta - caramella), l'equipaggio del dhoni Moossa e Moeno e infine Ali il nostro
Dive Master insieme a Marta. Si riveleranno tutti molto professionali e ospitali, ma soprattutto dolcissimi con le nostre piccoline che, senza farsi notare, non perdevano d'occhio nemmeno per un secondo.
La cucina: una campana ci avrebbe avvisati che la tavola era apparecchiata, tranne al mattino ovviamente, e ci informava che per il cuoco Alibè noi turisti siamo tutti un po' troppo magri e la sua missione nella vita è quella di farci ingrassare con pranzetti irresistibili, sostanziose merende e anche snack se ci fosse stato bisogno. In effetti la cucina della Maavahi si rivelerà davvero curata, con pasta al dente, sughi a base di pesce pescato in giornata, verdure,
carne, pesce crudo, cotto o in mille modi sempre diversi. E questa crociera ci riservava più di una sorpresa.
Barche d'appoggio: la Maavahi è seguita sempre da un dhoni dedicato alle immersioni, ai trasferimenti alle isole dei pescatori o alle escursioni in genere. L'attrezzatura subacquea resterà lì, già pronta, per tutto il soggiorno e il dhoni si allontanerà da noi solo durante la ricarica delle bombole per non disturbare. In aggiunta abbiamo a disposizione anche una piccola barca a motore, chiamata
dinghi, utilizzata principalmente da chi voleva spostarsi mentre il dhoni era fuori con i sub, per esempio, quando facevamo snorkelling in mezzo all'Oceano, il dinghi ci seguiva a breve distanza per controllarci e per riportarci indietro appena fossimo stati stanchi. Una grande comodità.
Detto questo Marta ci informava che la prima immersione di ambientamento
è prevista verso le 15.00 a Dighufinolhu
Beru, proprio di fronte a Bodu Huraa, Digufinolhu e Veligandu e siamo già
nell'atollo di Male Sud.
Suona la campana, il pranzo è in tavola. Siamo in barca da neanche due ore… si comincia a capire adesso perché ci è sembrato di essere stati a bordo un mese!
Durante il tragitto col dhoni d'appoggio incontriamo il primo branco di delfini
che si
esibisce per noi in capriole e volteggi accompagnati dalle nostra grida e dagli applausi. In quel momento avevamo tutti più o meno sette anni. Il resto del gruppo è sbarcato invece, con il dinghi,
sull'isola abitata di Gulhi per telefonare a casa. Con una scheda da 5 dollari, comprata lì, siamo riusciti a fare due o tre brevi telefonate. E' il sistema più conveniente e pratico per contattare casa.
Torniamo tutti sulla Maavahi, c'è il tempo per una doccia e poi la campana fa gong e siamo di nuovo a tavola. La cena finisce con un grande applauso per Alibè e Sarath i due maghi della cucina.
Sarà il primo di una lunga serie di applausi che facevano sempre scappare
Alibè. Siamo stravolti dalla stanchezza per il lungo viaggio così chi prima chi dopo si va tutti a nanna.
Secondo giorno:
18 novembre 2003. Facciamo colazione e poi un po' di relax sul ponte a prendere il sole. A metà mattina ci riuniamo per il briefing della prima immersione della giornata
Miyaru
Faru.
Tutta l'attrezzatura è già pronta sul dhoni e il tragitto dura giusto il tempo di infilarci la muta. Gli altri decidono di continuare a prendere il sole.
Prima di pranzo avvistiamo un altro numeroso branco di delfini e come sorpresa di inizio crociera da poppa arrivano le grida dei maldiviani che hanno pescato… qualcosa di grosso. Alibé e Ali saltano sul dinghi. Alibè adesso era in mezzo all'Oceano su un barchino con la canna da pesca in mano e dall'altro capo della lenza
un marlin di oltre 40
kg. Fino all'ultimo non si capiva chi avrebbe avuto la meglio perché le forze si equivalevano, ma l'esperienza del maldiviano alla fine ha prevalso. La Maavahi riprende la navigazione e durante il pranzo vediamo sfilare davanti a noi prima
Dhiggiri e poi
Alimatha, siamo arrivati nell'atollo di Felidhoo.
Saliamo tutti sul dhoni, ma questa volta noi, con le bambine, decidiamo di scendere prima proprio ad
Alimatha per andare a vedere com'è quest'isola. Gli altri proseguono per altri dieci minuti in direzione Miyaru Kandu. Ad Alimatha abbiamo trovato ad accoglierci Gianpiero,
responsabile del diving, che molto gentilmente ci ha accompagnati in un veloce giro dell'isola, visitiamo il ristorante, le aree comuni, l'interno delle camere e le spiagge. La nostra sosta è durata soltanto
un paio d' ore, ma l'isola dal punto di vista estetico ci è sembrata molto bella. Sulla spiaggia principale c'era più "movimento", si sentiva la musica e gli ospiti facevano acquagym nella laguna, dall'altro lato c'era più tranquillità. Facciamo un
po' di snorkelling entrando in acqua proprio dalla spiaggia principale e
notiamo la presenza di alcuni piccoli squaletti nei pressi del pontile di attracco dell'isola.
Il dhoni torna a riprenderci e sulla Maavahi troviamo la nostra merenda che ci aspetta, the e caffè con biscotti. L'operazione ingrasso continua con ottimi risultati. Proseguiamo la navigazione per raggiungere entro sera la zona della prima immersione del giorno dopo. Abbiamo deciso di programmare tre immersioni
nell'arco della giornata e, solo per chi lo desidera, la prima verrà effettuata prima di colazione.
Sole, relax e poi la cena. Come dopo cena mettiamo una videocassetta "Il Gladiatore" e la frase che
dicono all'inizio del film "Al mio segnale scatenate l'inferno" sembrava scritta per noi tutte le volte che eravamo sul dhoni pronti a tuffarci per un'immersione, con Marta al posto di Russel Crowe. Ogni immersione fatta con lei, con la sua simpatia, la sua esperienza e soprattutto con la sua passione era sempre e comunque una grande emozione.
Terzo giorno:
19 novembre 2003. Sveglia alle 6.30 (solo noi sub) con the e caffè, poi tutti sul dhoni per raggiungere
Devana
Kandu. Alle Maldive può capitare, come in questa occasione, che al ritorno dall'immersione con gli incontri meno emozionanti di tutta la crociera ci siamo sentiti dire da quelli rimasti sulla barca di aver visto, molto da vicino, tre mante… Facciamo colazione tutti insieme e intanto la barca naviga in un mare che è una tavola blu verso la zona della seconda immersione. Sul dhoni questa volta salgono tutti per raggiungere il reef a poca distanza e anche qui delfini. Abbiamo quasi la sensazione che ci stiano seguendo e che siano stipendiati dall'ente del turismo maldiviano per rendere la nostra vacanza ancora più perfetta. Chissà magari lo era anche la tartaruga risalita a respirare a pochi metri dal dhoni… Ci tuffiamo tutti in acqua chi per l'immersione chi per fare snorkelling. Il dhoni segue noi snorkelisti a vista e ci
rassegniamo a risalire solo più avanti una volta avvistate le teste di chi ha fatto
l'immersione (vedi
foto). E' stato bello scoprire che lì il reef sta rinascendo. I pesci erano numerosissimi. I colori decisi di un'anemone poi e il coraggio del suo pesce pagliaccio ci ha tenuti lì per un bel po'.
Tornati a bordo c'è il tempo di una doccia e poi gong la campana ci dice che è ora di pranzo mentre la Maavahi si avvicina al luogo della terza immersione della giornata, forse una delle più belle della crociera, Fotteyo. Noi scendiamo sulla
lingua di sabbia a fare castelli con le piccole e oltre a noi solo sterne bianche e nere. All'orizzonte almeno cinque temporali ci fanno pensare che forse il tempo cambierà e la cena sotto le stelle viene slittata di un giorno. Alla fine il tempo si è rimesso al bello e la cena è stata poi fatta su una spiaggia ancora più spettacolare.
Quarto giorno:
20 novembre 2003. Prima di colazione c'era in programma ancora l'immersione a
Fotteyo perché è davvero uno spettacolo di colori e questa volta non ce la facciamo scappare. I delfini si sono proprio affezionati e ne vediamo ancora. Felici e soddisfatti torniamo sulla Maavahi per fare colazione dove i più pigroni si sono appena svegliati. Alle 10.30 raggiungiamo la piccola isola di Rakedhoo e saliamo tutti sul dhoni per Rakeedhoo Kandu. I sub vanno giù mentre noi
con le piccole e altri restiamo a fare snorkelling sul reef dell'isola. Tanto pesce di barriera anche qui e incontriamo anche una tartaruga che seguiremo per un po'. Pranziamo ancorati lì perché l'isola
dei pescatori merita una visitina. Arriviamo tutti col dinghi tranne i due sportivi del gruppo che scelgono la canoa. Dopo le telefonate di rito dalle cabine telefoniche ci accompagnano a vedere i resti di una balena che è andata a morire proprio su quella spiaggia. Ben tenuta e senza i soliti negozi di souvenir si vede che non è un'isola troppo frequentata dai turisti.
Torniamo a bordo per dirigerci verso Ambara. E' la classica isoletta da sogno, che si pensa esista solo sui depliant, con qualche palmetta al centro, laguna, reef tutto intorno e la sabbia che più bianca non si può. Insomma uno splendore! I sub prendono il dhoni per tuffarsi ad Ambara Thilla mentre noi scendiamo a fare snorkelling.
Ormai ognuno di noi si è specializzato nello scovare qualcosa: chi gli
squali, chi le tartarughe, chi i pesci pagliaccio con le anemoni, chi le
murene, ecc. Insieme siamo un bel quartetto. Qui le condizioni del reef sono ottime e la quantità di pesce entusiasmante. Siamo così presi a guardare in giù che senza accorgercene saltiamo la merenda. Intanto i maldiviani sembravano giocare ai castelli di sabbia, ma in realtà ci preparavano una sorpresa. Passeggiamo sulla spiaggia inebetiti dalla bellezza del paesaggio fino al tramonto,
Marta, al ritorno dall'immersione, ha portato le bimbe a fare il giro
dell'isola in canoa e poi sulla Maavahi. Solo l'arrivo del dinghi ci fa capire che è
proprio ora di tornare. Doccia veloce e poi una volta usciti sul ponte per guardare le stelle ci accorgiamo che l'isola è vestita a festa. I maldiviani hanno acceso delle piccole fiaccole lungo tutta la spiaggia e il risultato è davvero suggestivo. Ci accompagnano tutti sull'isola, la nostra cena questa sera ci aspetta lì. Ecco a cosa stavano 'giocando'! Il nostro tavolo era un grande squalo martello costruito con la sabbia e come al solito Alibè avrebbe superato ogni nostra aspettativa culinaria. Per non farci mancare proprio niente ad un certo punto è saltata fuori anche una torta per
Stefano che festeggiava proprio quel giorno il suo
compleanno. Compiere gli anni sotto una
stellata come quella non è niente male! Tra bis di torta e chiacchiere il tempo è passato in un lampo.
Chi è già stato alle Maldive ha un'idea del cielo stellato che ci si
trova davanti agli occhi, non si può descrivere. Immaginatevelo da
un'isola deserta, o dall'ultimo ponte di una barca in mezzo all'Oceano...
ti lascia davvero senza fiato.
Quinto giorno:
21 novembre 2003. Noi decidiamo di scendere ancora ad Ambara per lo snorkelling,
le bambine vogliono andare a vedere se c'è ancora lo squalo martello e
hanno preso gusto ai giretti in canoa. In effetti anche da lì si ha una
visione del reef davvero splendida. L'immersione in programma è Ambara Kandu. La mattina passa tra pesci balestra in quantità, tartarughe, anemoni con pagliaccio e tridacne enormi e coloratissime. Prima di pranzo torniamo a bordo mentre la Maavahi fa rotta verso un
banco di sabbia
vicino all'isola di Kuda boli. Il reef in questa zona non si è ancora del tutto ripreso, ma gli incontri sono come al solito numerosi, compresa una medusa dai colori splendidi, ma un po' troppo grande per i nostri gusti. Dopo lo snorkelling mentre le bimbe si sono scatenate con i castelli sabbia e a contare i paguri (per finire avremmo dovuto lasciarle lì un mese) noi abbiamo poi camminato nella bassa laguna e ci siamo imbattuti in una piccolissima murena a caccia tra i coralli. Anche qui ci hanno dovuto trascinare via al tramonto mandandoci il dinghi. I sub intanto si erano immersi a
Kuda Boli Thila
e in quel momento facevano merenda e si godevano lo spettacolo dal ponte
della barca.
Ma avevamo deciso di non farci mancare proprio niente e quindi, una volta
riuniti tutti sulla Maavahi, ci siamo imbarcati sul dhoni per la pesca al bolentino. Si capisce subito che non abbiamo la stoffa dei pescatori e alla prima cernia
che abbocca molti di noi non ce la fanno a resistere e cominciamo a chiedere di ributtarla in acqua. Visto che non c'è modo di farci stare zitti i pesci se ne guardano bene
dall'avvicinarsi ancora. In più la fame ormai si faceva sentire. Anche i pochi
veri pescatori si arrendono e decidiamo di rientrare. Evviva. Cena, filmetto, due chiacchiere, una partitina a carte e poi tutti a nanna.
Sesto giorno:
22 novembre 2003. Partiamo presto per raggiungere l'isola dei pescatori Guraidhoo.
In programma per i sub due immersioni abbastanza impegnative, ma di grande soddisfazione: Cocoa Kandu e Guraidhoo Kandu. Nel pomeriggio escursione per tutti all'isola per telefonare e fare un po' di shopping. Passando davanti alla Moschea ci torna in mente all'improvviso che è proprio qui che ci hanno portati da Rihiveli per la nostra prima escursione all'isola dei pescatori nel 1991.
Scusateci se lo scriviamo, ma trovarci lì dopo tanto tempo con le piccole che correvano da tutte le parti è stata una bella emozione. E già che ci siamo con i ricordi abbiamo anche rivisto dalla barca Rihiveli stessa e l'isoletta dell'alba che le sta di fronte.
La sua bellezza ci aveva così colpiti che l'abbiamo poi scelta per il logo di questo nostro sito…
Ma torniamo con i piedi per terra, anzi sulla sabbia e nel mare. Saliti sulla Maavahi ci godiamo il
tramonto con the e biscotti sul ponte superiore e non ci sono parole per descrivere lo spettacolo e il senso di benessere. Dopo tante fatiche… ci prepariamo all'ultima immersione della giornata,
Kuda
Giri: la notturna. Va proprio detto che immersioni di questo tipo,
semplici e alla portata di tutti, vanno fatte almeno una volta nella vita, è un altro
pianeta. Da non crederci.
Con la notturna pensavamo di aver concluso alla grande, ma Alibè aveva deciso di superare se stesso con una fantastica
cena maldiviana.
In questo caso la tavola addobbata con i fiori e il ricco buffet hanno
scatenato l'applauso ancora prima di sederci a tavola. Noi, splendidi nei nostri parei (soprattutto gli uomini), come al solito non ci siamo fatti pregare per finire tutto.
Settimo giorno:
23 novembre 2003. Chi voleva fare due immersioni si doveva alzare presto perché il giorno dopo c'era un aereo da prendere. Tutti contenti perché in programma c'era ancora Cocoa Kandu, ma purtroppo per colpa di un raffreddore non c'è stato verso di compensare e dopo tre tentativi
e un cambio bombola siamo stati costretti a risalire sul dhoni. L'ennesimo racconto degli squali grigi, delle aquile di mare e dei platax giganti, non ha fatto che 'affondare' definitivamente il nostro morale. Dopo colazione siamo andati a fare un po' di snorkelling
con le bambine al reef dove eravamo ancorati. Il dinghi ci ha seguiti a breve distanza per
l'intero tragitto e solo una volta risaliti per tornare ci siamo resi conto di quanto lontana fosse la Maavahi. Avevamo scovato una grossa murena a caccia
tra i coralli e ovviamente l'abbiamo seguita. Ci siamo riuniti tutti sulla barca per il pranzo ed è cominciata la traversata che ci avrebbe riportati nei pressi della
capitale Malé. Siamo arrivati in tempo per un'escursione anche lì.
Marta ci ha accompagnati al mercato del pesce dove ci hanno mostrato che chi lo compra può anche
farselo pulire in un micro secondo dagli addetti a questo servizio. 
Dopo una settimana di tranquillità e solitudine in mezzo al mare le caotiche vie della città ci lasciano quasi intontiti. Anche se tutti abituati al traffico adesso ci trovavamo quasi in difficoltà per non farci investire dalle moto che sfrecciano a un millimetro da noi. Finalmente arriviamo al
mercato della
frutta, dove cerchiamo riparo, e lo ritroviamo come lo avevamo visto tanti anni fa. Caschi di bananine appesi ovunque, spezie, olio di cocco, frutta e tanti banchi su cui curiosare. Tutto molto colorato. Verso le 17.00 assistiamo all'alzabandiera che ci è sembrato quasi un arrivederci dedicato a noi. Una breve sosta al supermercato in cercare di cioccolato per una crisi d'astinenza in atto e poi due compere veloci dell'ultimo minuto nella via dei negozietti. Alle 17.30 siamo già sul dhoni per tornare alla Maavahi. Pioveva e il cielo era dello stesso colore del nostro umore in vista della fine della crociera. Ceniamo bene come al solito, ma le valigie nel corridoio facevano proprio tristezza. Lo abbiamo già scritto, ma lo ripetiamo.
Questa settimana ci è sembrata lunga un mese! La sera prima della partenza si saldano gli extra e chi lo desidera lascia una firma o una frase ricordo sul Guest Book della barca. Chi prima chi dopo si va tutti a nanna.
Ultimo giorno (sigh!):
24 novembre 2003. Le cabine dovevano essere liberate entro le 8.30 e mentre facevamo colazione vedevamo i maldiviani indaffarati a pulire tutti i vetri della Maavahi per l'arrivo dei nuovi ospiti. In effetti tutta la barca era sempre in ordine e curata.
Una vacanza alle Maldive è di per sé qualcosa di speciale, ma trascorrerla su una nave da crociera come questa l'ha resa davvero unica. E' difficile da spiegare l'intensità con cui si vivono le giornate.
Su una barca per esempio mentre prendete il sole potrebbero saltare fuori dall'acqua venti delfini solo per voi. Un momento dopo potrebbero arrivare le urla per aver pescato un marlin. State gironzolando prima di cena e vedete che pescano i pesciolini, da mangiare fritti,
solo grazie allo scolapasta. State pigramente guardando l'orizzonte quando la testolina di una tartaruga spunta fuori. A noi è capitato in tre occasioni diverse, mentre i delfini li abbiamo incontrati quasi tutti i giorni.
Non siamo noi particolarmente fortunati, è che in crociera queste cose sono normali.
Non che non ci siano momenti di puro
relax, anzi, noi amiamo le immersioni, ma
anche tutto quello che le Maldive possono offrire, il sole, il panorama,
la gente ed avendo due bambine di sette anni la vacanza deve soddisfare
per prima cosa le loro esigenze ed essere alla loro portata. Le nostre
piccole sono state praticamente adottate dai maldiviani che gli concedevano tutto.
Dirigevano la barca stando al timone mentre parlavano alla radio, aiutavano i cuochi a pescare il pasto della giornata o semplicemente stavano
sedute accanto a loro a raccontarsi chissà cosa. Le ciocche rosse che adesso hanno tra i capelli, come le basette di Alibè sono però opera di Marta! Come noi non si sono annoiate un attimo. Anzi chi avrà la fortuna di viaggiare sulla Maavahi leggerà sul Guest Book i loro pensierini.
La nostra crociera è andata così perché il nostro gruppo ha voluto che
andasse così, quell'itinerario e quelle soste. Altri ospiti con altre
esigenze vivranno mille altre crociere perché troveranno uno staff e un
equipaggio davvero disponibile e pronto a personalizzare ogni vacanza. Ci
hanno raccontato di un gruppo che non faceva immersioni, di patiti per la
pesca d'altura e addirittura abbiamo letto sul libro di bordo di una
singola coppia in viaggio di nozze. Tutta la Maavahi a disposizione.
Niente male!
Alle 9.30 saliamo sul dhoni e questa volta purtroppo non è per fare un'immersione. All'aeroporto salutiamo il resto del gruppo in partenza per l'Italia e ci dirigiamo, forse un po' meno tristi di loro, verso le partenze degli idrovolanti. L'assistente della Reliance ci ha seguiti per le pratiche burocratiche e tutto è andato per il meglio. La crociera è andata benissimo e adesso ci aspettava un'isola che secondo noi ci avrebbe regalato altrettante soddisfazioni.
Machchafushi, atollo di Ari Sud.
Se per la prima settimana di crociera sulla Maavahi ci è sembrato l'ideale raccontare tutto come un diario di bordo per
la seconda settimana a Machchafushi abbiamo pensato di tornare al resoconto più tradizionale. In questo caso però va detto che quello che state leggendo lo abbiamo scritto comodamente sdraiati su un lettino tirato fino al bagnasciuga, davanti ad una laguna spettacolare, in attesa del tramonto.
Novembre-Dicembre
2003
by Claudia&Dario di www.tuttomaldive.it
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